Vaso “Donatello” della Collezione “Trasparenze e Riflessi” del Maestro Alessandro Fagioli

Le immagini angeliche di questo vaso sono liberamente tratte da quelle della Cantoria del Duomo di Firenze scolpite da Donatello, artista eclettico del Rinascimento, tra il 1433 e il 1438. Gli angeli si susseguono danzando e suonando con evidente gioia di vivere e prorompente energia, tanto da far dimenticare la loro essenza sacra e fare emergere quanto di pagano ci sia nel loro slancio vitale.

Caratteristiche tecniche
· Altezza ± 30cm
· Diametro ± 15cm
· Vetro soffiato
· Fusione a cera persa in bronzo con bagno in oro o in argento da un modello di Federica Gatti
· Tiratura limitata a 99 esemplari numerati

Ogni Opera è certificata autografa in originale dall’Autore.

L’acquisto dell’Opera è fatturabile ed è soggetto ad IVA.

Descrizione

La Collezione “Trasparenze e Riflessi”

Dalla combinazione di due tecniche di tradizione nobile e antica, quali quelle del vetro soffiato e della fusione a cera persa, è derivato un sistema innovativo di lavorazione. Con questo nuovo metodo, dopo lunghe ricerche e molteplici prove, sono stati ottenuti risultati straordinari ed esclusivi che hanno dato ancor più risalto alle peculiarità delle tecniche originarie e accresciuto il valore del prodotto della loro eccezionale combinazione. Dal connubio di arte, mestiere e innovazione tecnica ha avuto origine una serie limitatissima di oggetti, ognuno dei quali, proprio per l’imprevedibilità del fuoco e per l’esecuzione e finitura esclusivamente manuale, differisce da tutti gli altri per proprie particolari caratteristiche, tanto da dover essere considerato esemplare unico ed originale.

La tecnica per realizzare il vetro soffiato sembra aver avuto origine in Siria nel I secolo a.C. Nel corso del tempo ad oggi i metodi di fabbricazione non sono sostanzialmente cambiati, così come non è mutata la materia prima, la sabbia o silice alla quale, per differenziare colorazioni e trasparenze vengono aggiunte sostanze in qualità e quantità diverse. Calce e gesso, potassio e piombo, ossidi metallici, rendono il vetro brillante e trasparente, compatto ed opaco, incolore come una goccia d’acqua pura o capace di trattenere in sé ogni cromatismo possibile.

Il vetro così composto – algida e fragile materia – prende sostanza e forma solo quando, sottoposto al calore del fuoco, diviene incandescente e duttile arrendendosi così all’abilità tecnica dei Maestri vetrai. Questa materia così mutevole e preziosa ha sempre esercitato un intenso fascino negli artisti che, adottando coerentemente stili e tecniche in armonia con le tendenze estetiche delle diverse epoche, hanno saputo creare manufatti che, trascendendo la loro destinazione d’uso, sono entrati a pieno titolo a far parte del patrimonio di cultura e d’arte della storia umana.

Un’altra materia, altrettanto nobile e antica, ha bisogno del fuoco per dare corpo e vita al pensiero creativo dell’uomo: ilmetallo, la cui trasformazione in manufatti sacri, profani o d’uso quotidiano, testimonia l’evolversi delle civiltà nei secoli. La tecnica della fusione a “cera persa”, che ancor oggi viene adottata per realizzare le sculture tridimensionali in metallo, è da millenni immutata. Il fuoco è il principale artefice della trasformazione della materia, che prende vita solo quando, resa incandescente e fluida, cola nella matrice per copiarne in positivo ogni forma precedentemente impressa in negativo mediante lunghi e complessi processi costruttivi.

La collezione “Trasparenze e Riflessi” si deve all’originale procedimento studiato ed adottato da Alessandro Fagioli, scultore e medaglista esperto nelle tecniche di formatura e fusione, responsabile per lunghi anni della fonderia d’arte della Zecca di Stato.

Le immagini documentano alcune fasi della lavorazione del vetro, eseguite nella fonderia Seguso Viro, in collaborazione con il Maestro Gianpaolo Seguso.


Biografia Artistica del Maestro Alessandro Fagioli

Alessandro Fagioli nasce a Roma l’11 Marzo 1942, è coniugato ed ha due figli.

Così si è svolta la sua attività artistica: lavora come apprendista in una nota fonderia d’arte di Roma, Olmeda, collaborando con molti artisti famosi come il Prof. Sante Monachesi, Gino Marotta, Emilio Grego, Ugo Attardi.

Nel 1968, all’età di 26 anni, vince un concorso alla Zecca di Stato dove può continuare a perfezionale le proprie capacità alla Fonderia d’Arte della Zecca.

il Maestro Fagioli è l’Autore della copia del Marco Aurelio in Campidoglio

Dopo qualche tempo decide di frequentare la Scuola d’arte della Medaglia, dove ottiene ottimi risultati e dove si diploma dopo i 4 anni accademici. Viene invitato a iscriversi a più associazioni artistiche, partecipando a mostre d’arte a Roma e in altre città.

Specializzatosi in formatura tridimensionale, viene successivamente chiamato ad insegnare come docente nella stessa scuola dove si è diplomato. Dopo pochi mesi dall’inizio della sua attività di insegnante gli viene affidato l’incarico di caporeparto della Fonderia d’Arte e di quella industriale dove si preparano tutte le leghe preziose per monetazione e medaglistiche. Diviene quindi consulente di nuove tecnologie di fusione, esperto per la lavorazione di microfusioni orafe.


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